martedì 27 settembre 2011

Devadasi, schiave della Dea



“Pensa che la tua vita non ti appartiene. Sei come un tempio nel quale devono accedere tutti e da ogni parte. Questa è la volontà di Yellamma e per questo sei stata messa al mondo”.
Francesca Sassano, La donna d’angolo, Ed. I libri di PAN, Firenze 2007




A causa della natura clandestina dell'industria del sesso e anche per la varietà di gamma e la distribuzione geografica delle prostitute, è impossibile avere una stima precisa del numero di prostitute dell’India contemporanea. Gilada stima il loro numero in 100.000 a Bombay, 100.000 a Calcutta, 40.000 a Delhi, 40.000 e 13.000 ma questi dati sono considerati sopravvalutati da alcuni studiosi e sottovalutati da altri.


L'avvento dell'AIDS ha generato pochi studi empirici, unitamente ai programmi di intervento nelle zone a luci rosse di alcune grandi città.I risultati di questi studi confermano il luogo comune che le prostitute generalmente vivono in ambienti fatiscenti e malsani. Una parte importante di ciò che i loro clienti pagano viene trattenuto da protettori, padroni di casa, tenutarie, finanzieri e poliziotti. Spesso non ricevono un'alimentazione sufficiente. A causa del forte pregiudizio nei loro confronti non possono usufruire delle strutture sanitarie del governo e devono dipendono per lo più locali ciarlatani che si fanno pagare cifre esorbitanti per trattamenti e medicinali. Una gran parte di loro soffre da vari tipi di malattie sessualmente trasmissibili. La maggior parte di loro sono costrette ad esercitare questa professione a causa di circostanze avverse, in particolare il 59% delle prostitute sono state abbandonate dai loro mariti.Le cause della prostituzione sono da ricercare nei maltrattamenti da parte dei genitori, nell’induzione alla prostituzione da parte di sfruttatori, nella prostituzione familiare, nel mancato matrimonio, nell’assenza di educazione sessuale, nell’incesto prima e nello stupro, nel matrimonio precoce e nell’abbandono del coniuge o nella vedovanza, nell'ignoranza e nell'accettazione della prostituzione. Molte di loro erano originarie del distretto di Murshidabad, dove molte giovani donne provenienti da famiglie povere si prostituiscono per inviare denaro alle loro famiglie. La maggior parte di loro viene avviata involontariamente alla prostituzione ed entra in un sistema di sfruttamento.Si stima che circa l'85% di tutte le prostitute di Calcutta e Delhi vengano avviate alla prostituzione in tenera età e il numero delle prostitute bambine è in crescita anche per l’impulso dato dall’aumento del turismo sessuale. Le prostitute bambine provengono da aree a medio-basso reddito, baraccopoli urbane e aree rurali, e sono indù nell’85% dei casi, nella gran parte dei casi sono intoccabili.L’origine del Devadasi si perde nel passato. Il termine Devadasi è stato ritrovato in documenti datati fin dal dodicesimo secolo e trae origine dalla parola “dedi “, che significa dio, e da “dasi” che significa schiava.Fin dal 300 dC era consuetudine consolidata in India che giovani ragazze fossero chiamate a svolgere nei templi la danza Odissi, una pratica rituale a volte eseguita come intrattenimento per la corte del Raja e, o doveri religiosi (seva). Erano donne dotate di una grande cultura umanistica che compivano attraverso la danza rituale una missione, un vero dovere morale e religioso (dharma) nei confronti della comunità. Le Devadasi avevamo come la regina il privilegio di non diventare mai vedove e di non portare mai i segni della vedovanza, e per questa ragione erano considerate di buon auspicio.Si ritiene che esse fossero in origine caste vergini dedicate unicamente agli dei, ma successivamente fossero rese oggetto di godimento sessuale per i sacerdoti del tempio e dei pellegrini diretti nei templi indù. Il sistema Devadasi comporta un rito religioso in cui ragazze e donne sono sacrificate attraverso il matrimonio a divinità, diventandone le loro spose. Esse vengono chiamate a svolgere diversi compiti nei templi (seva), compiti che, nel tempo, hanno incluso prestazioni sessuali nei confronti di sacerdoti e patroni dei templi. Per via della sacralità di questa funzione e del fatto che le Devadasi incarnano una forma di divinità, questa attività è stato definita " prostituzione sacra".L’indistinguibilità tra queste figure e quelle di prostitute agli occhi degli occidentali rende ragione del fatto che questa pratica venisse bandita nel 1920 con l’abolizione del sistema Devadasi. Il ruolo delle Devadasi è attualmente quello di schiave il cui dovere religioso le obbliga ad essere disponibili a rapporti sessuali con qualsiasi uomo di qualunque origine e casta.Le Devadasis sono, quindi schiave, e sono Devadasi il 70% delle bambine prostitute indiane. Alcuni segni che appaiono sulla bambina sono la testimonianza che questa è stata scelta da Yallama per diventare schiava della dea, e tra questi segni il più comune è l’apparizione di un nodo nei capelli detto jat. Da questo momento alla bambina non vengono più tagliati i capelli e nelle campagne non è difficile notare bambine dai capelli lunghissimi che verranno scelte da veterane che fingendo di cadere in trance mistico scelgono le più belle tra le bambine e consegnano loro la collana simbolo della loro iniziazione a Devadasi. In realtà il fatto che una bambina sia scelta per essere Devadasi rappresenta una occasione di miglioramento del tenore di vita della sua famiglia di origine perché ai genitori viene versata una parte (misera) dei guadagni della bambina. Una bocca in meno da sfamare e una dote in meno sono anche motivi che spingono le madri ad annodare i capelli delle figlie creando uno jat.Nel caso la propria figlia sia prescelta, madri e padri sanno che il loro livello di vita migliorerà, perché una pur misera parte dei guadagni della bambina sarà loro versata, ottenendo in cambio il solo dovere di dare il nome della figlia ad una delle future nipoti. Le bimbe, quasi sempre di età inferiore ai sette anni subiranno ogni tipo di abuso, e le loro madri non sapranno mai più nulla di loro.Il sistema Devadasi è attualmente illegale e leggi contro sono state approvate in tutti gli Stati indiani. Studi sul sistema Devadasi nell'India contemporanea sottolineano che esso ancora prevale in quanto istituzione, in alcuni templi indù, soprattutto in Karnataka e Andhra Pradesh. Gilada e Thakur riportano che ogni anno circa 10.000 giovani ragazze provenienti da famiglie povere sono sacrificate come Devadasis alla dea Yallama e ipotizzano che la maggior parte prostitute nei distretti di frontiera del Maharashtra e Karnataka siano Devadasis. Nel Karnataka, la forma più comune di lavoro sessuale tradizionale è associata con il sistema Devadasi.La legge non punisce la prostituzione di ragazze oltre i 18 anni, ma rende i bordelli illegali, così come lo sfruttamento della prostituzione, l’induzione alla prostituzione e l’adescamento in luoghi pubblici. La legge non punisce i clienti e molto raramente si arriva alla condanna per questi reati, mentre il dilagare della corruzione tra le forze di polizia alimenta un sistema di falsificazione nelle identificazione delle ragazze identificate nei bordelli, tanto che in uno studio eseguito per valutare l’operato della polizia nella repressione del fenomeno della prostituzione infantile su un campione casuale di 28 su 68 bordelli ben il 60$ delle prostitute erano bambine.Molto limitato l’uso del preservativo tra le prostitute in India. L’aumento della prevalenza di casi di HIV-positività tra le prostitute della zona a luci rosse di Bombay hanno indotto il governo indiano ad avviare progetti di intervento per sensibilizzare le prostitute all’uso del preservativo e per distribuire condoms a prezzi ridotti. Il problema principale risiede nella mancata volontà dei clienti di usare il preservativo e nell’impossibilità delle prostitute a rifiutare i clienti


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La prima volta che ho sentito parlare delle spose di Yallama è stato molti anni fa in occasione della lettura della storia, introvabile in rete malgrado l’abbia setacciata per giorni, della morte di una prostituta bambina indiana, Devadasi, intoccabile. Aveva 4 anni.

Fulvia

(Gilada IS. Women in prostitution in urban centres: Study perspectives and positional problems for social interventions. Paper presented to the NGO Forum of World Conference to Review and Appraise the Achievements of the United Nations Decade for Women: Nairobi; July, 1985. p. 5-26)(Ghosh M, Das NK. Anonder opekshay: Chondalika Ekdal Khokkosh [Report on prostitution in Calcutta, in Bengali]. Kolkatta Development Dialogue: Kolkatta; 1990)(Mukhopadhyay KK. Girl prostitution in India. Soc Change 1995;25:143-539)(Nag M. Sexual behaviour in India with risk of HIV/AIDS transmission. Health Transition Rev 1995;5:293-305)(Gilada IS, Thakur V. Devadasis: In : Exploitation of Women and Children: Its Causes and Effects. Proceedings of the Asian Regional Conference, Delhi, 17-19 November. International Abolitionist Federation: Delhi; 1988)(Blanchard JF, O'Neil J, Ramesh BM, Bhattacharjee P, Orchard T, Moses S. Understanding the social and cultural contexts of female sex workers in Karnataka, India: Implications for prevention of HIV infection. J Infect Dis 2005;191:S139-46).(Debabrata R. When police act as pimps: Glimpses into child prostitution in India. Manushi 1998;105:27-31).(Nag M. Sexual behaviour in India with risk of HIV/AIDS transmission. Health Transition Rev 1995;5:293-305)






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