martedì 27 settembre 2011

Silent Spring





Quelle buone intenzioni che hanno causato cento milioni di morti.


Dagli anni 50 fino ai primi anni 70, il DDT è stato utilizzato in tutto il mondo per la lotta alle zanzare anofele, vettore della malaria, allo scopo di diminuire l’incidenza della malattia che ogni anno infetta oltre 300 milioni di persone uccidendone un milione, l'85% dei quali bambini. Il divieto dell’utilizzo del DDT in tutto il mondo occidentale e la sua stigmatizzazione per il possibile ruolo dannoso a livello ambientale ne hanno provocato l’abbandono, e da allora l’incidenza della malaria dopo una fase di calo si è mantenuta costantemente elevata. Esistono studi che documentano come paesi quali l’Ecuador che non hanno bandito il DDT sono in grado di controllare lo sviluppo della malaria e che in Messico l’incidenza della malattia fosse strettamente e direttamente correlata con l’impiego di questo insetticida. Il Sudafrica ha conosciuto il bando del DDT che ha provocato un netto aumento dell’incidenza della malattia, e il rientro a una situazione di controllo conseguente a ritorno al suo impiego. La notorietà di questa molecola si deve però alla sua messa al bando che ha coinciso con la nascita del movimento ambientalista negli Stati Uniti. Infatti, se chiedeste a un qualunque americano vissuto negli anni ‘60 in USA quale sia il veleno più terribile mai creato dalla mano dell’uomo questi vi risponderebbe “Certamente il DDT”. Resta il fatto che questa convinzione è ben lungi dall’essere dimostrata scientificamente e resta il fatto che per la lotta alla malaria non esiste alcuna alternativa al suo impiego nella lotta ai vettori che presenti gli stessi requisiti di sicurezza, costo, facilità d’uso, e che limitarne l’impiego significa morte certa per milioni di persone, in maggioranza bambini


La storia




Fonti storiche attribuiscono la sintesi del DDT al lavoro di un dottorando austriaco dell’Università di Strasburgo, Othmar Zeidler, che lo ottenne da cloralio e clorobenzene nei laboratori del professor von Bayer, che pubblicò poche righe sul DDT in un lavoro del 1874. Sarà nei laboratori della Geigy che furono identificate le proprietà insetticide del DDT, con una ricerca effettuata su molti composti capeggiata da Paul Hermann Müller, che durò dal 1932 al 1939 e valse al chimico il conseguimento del Premio Nobel per la Medicina nel 1948. Lo scopo di Muller era ottenere una sostanza letale per gli insetti, che non fosse nociva per animali a sangue caldo e piante, stabile dal punto di vista chimico, di facile produzione e a costi contenuti. Ottenne lo scopo proprio col DDT, che fu brevettato nel 1940 e commercializzato dal 1942 per l’uso prevalente come antiparassitario in agricoltura e fu utilizzato in 334 prodotti, trainato dall'espansione dell'agricoltura commerciale. Stime hanno indicato che tra il 1940 e il 1973 oltre 2 milioni di tonnellate di DDT sono state utilizzate negli Stati Uniti, circa l'80% dei quali in agricoltura.Dopo la scoperta delle proprietà insetticide del DDT nel 1939, altri test furono condotti presso il Dipartimento di laboratorio di agricoltura a Orlando, Florida, nel 1942 e 1943, confermando il valore pratico del DDT nel controllo degli insetti vettori di malattie. A questo scopo l’insetticida fu utilizzato per la prima volta dal personale militare in Italia meridionale nel 1944 e in altre parti del mondo negli ultimi anni della II guerra mondiale. Fu a Napoli, per scongiurare un’epidemia di tifo, che furono irrorati di DDT circa tre milioni di persone tra civili e militari. In seguito il DDT fu utilizzato a Littoria, attuale Latina, per sterminare l’anofele nel corso di un’epidemia malarica, e l’utilizzo fu praticato anche in Veneto e in Sardegna. Le armi a disposizione della lotta contro la malaria erano il chinino, la bonifica (per colmata), i larvicidi chimici e biologici (ovvero l’introduzione nelle paludi di pesciolini d’importazione americana che si cibano di larve, le gambusie) ma fu affiancando il DDT che la malaria in Italia fu definitivamente debellata.Fu proprio il risultato italiano a spingere l’Organizzazione Mondiale della Sanità a lanciare una campagna planetaria per l’utilizzo del DDT con lo scopo di eradicare completamente questa malattia. Nel 1945 il DDT è stato introdotto come misura di controllo vettoriale in Guyana e Venezuela e poi nel 1946 a Cipro e in Sardegna. Nel 1955, l’OMS ha lanciato la Campagna per l’Eradicazione Mondiale della Malaria, tuttavia, è stata lo sviluppo della resistenza dell’anofele al DDT la principale responsabile della diminuzione del supporto politico e finanziario per la campagna mondiale che si concluse nel 1969, e la strategia di eradicazione fu sostituita da una strategia di più lungo termine negli anni 1970. Sebbene la campagna non abbia raggiunto il suo obiettivo ultimo, ha eliminato il rischio di malattia per circa 700 milioni di persone, principalmente in Nord America, Europa, nell'ex Unione Sovietica, tutte le isole dei Caraibi ad eccezione di Hispaniola, e Taiwan. I fattori comuni che hanno permesso il raggiungimento di questi obiettivi sono stati l’elevato status socio-economico, la buona organizzazione dei sistemi sanitari, e la trasmissione della malaria in modo relativamente meno intenso o stagionale.La malaria è stata effettivamente soppressa nelle zone subtropicali e tropicali di Asia, America Latina, e Medioriente. Si è andati molto vicino all’eradicazione completa della malaria in India, dove il numero annuo di casi è stato ridotto da circa 75 milioni a circa 100.000 nei primi anni Sessanta. A causa della percezione della malattia come intrattabile e le preoccupazioni per le infrastrutture e la sostenibilità, vaste aree dell'Africa sono state lasciate invece fuori dei programmi di eradicazione globale. Eppure, molti paesi africani avevano avviato progetti pilota di IRS (L’Oms parla tecnicamente di “indoor residual spraying”, che significa che l’insetticida va spruzzato sui muri, sul soffitto e nei posti in cui stazionano gli animali domestici, tutti luoghi dove si posa la zanzara) con DDT. Anche se la trasmissione della malaria non è stata interrotta in aree a clima tropicale con trasmissione intensa e stabile, i tassi di prevalenza sono stati notevolmente ridotti nel corso di questi progetti (ad esempio, in Camerun, Kenya, Liberia, Nigeria, Senegal e Tanzania). In aree con trasmissione stagionale e instabile con clima subtropicale e temperato, progetti di IRS hanno interrotto la trasmissione in territori vasti e hanno eliminato la malattia ai limiti dell’adiacente Africa tropicale. Programmi di eradicazione della malaria sono stati attuati nelle isole di Zanzibar e Pemba, e i progetti pilota sono stati scalati a livello nazionale in Sud Africa, Swaziland, Zimbabwe, e le isole di Madagascar, Mauritius, e Réunion.Con la pubblicazione di Silent Spring di Rachel Carson nel 1962, si sollevava per la prima volta un problema di sicurezza del DDT per la salute umana e per l'ambiente. Il DDT è stato ufficialmente bandito negli Stati Uniti nel 1972.A causa delle preoccupazioni ambientali che hanno influenzato il consumo d’insetticidi nel timore di rischi per la salute pubblica, l'uso agricolo del DDT diminuì rapidamente dal 1970 in poi. L’impego del DDT per il controllo dei vettori di malattie non è mai stato bandito del tutto, ma la pressione internazionale ha limitato la sua applicazione in paesi malarici. Alla fine del 1990, un intenso dibattito è scoppiato quando i negoziati per l'eliminazione totale del DDT sono stati avviati dalle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) in un contesto di una crescente crescita di incidenza della malaria. Nel 2001, la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, classificati come DDT restricted ha consentito un accantonamento per il suo uso per il controllo dei vettori di malattie, secondo linee guida dell'OMS quando "alternative localmente sicure, efficaci ed accessibili non sono disponibili." Questa disposizione è stata approvata senza alcuna obiezione da parte di circa 150 delegazioni nazionali, compresi quelli provenienti da Sud-Est asiatico, dove è stato sospeso l'uso del DDT. Anche se usato nelle Americhe e in Asia, il controllo vettoriale con DDT è stato trascurato come strategia di intervento contro la malaria nella maggior parte dell'Africa. Oggi, l'OMS promuove attivamente l'uso di IRS con DDT in tutte le aree con interessamento malarico, comprese le instabili, le aree soggette a epidemie, le aree stabili con trasmissione endemica di stagione, e aree stabili iperendemiche-stagionali o a trasmissione perenne. In questa strategia, il DDT è spruzzato sulle pareti e altre superfici all'interno di abitazioni in cui le zanzare anofele femmine si posano prima o dopo un pasto di sangue. L'OMS raccomanda attualmente un dosaggio standard di 1-2 g di principio attivo per m2 ogni 6 mesi. Un contatto sufficiente dell’animale con superfici su cui è presente DDT spruzzato uccide il vettore della malaria. Ancora più importante è l’effetto eccito repellente del DDT con il quale in pratica si scoraggia l'ingresso e si promuove l’uscita degli insetti vettori dagli ambienti irrorati. Si sostiene che la tossicità e gli effetti combinati eccito-repellenti sulla zanzara svolti dal DDT possano mantenere la loro efficacia anche nelle zone in cui si è sviluppata resistenza degli insetti al DDT. Un recente studio condotto in India per valutare l'impatto di IRS con DDT sulla trasmissione della malaria ha confermato la notevole riduzione di densità vettoriale e dell'incidenza della malaria, anche nel caso in cui il vettore della malaria abbia una ridotta sensibilità al DDT.


La tossicità



Fin dal suo esordio, il DDT suscitò perplessità in molti scienziati che temevano le conseguenze dovute all’utilizzo di una sostanza di cui non si conoscevano gli effetti di lungo periodo.Poiché è altamente persistente e liposolubile, il DDT si accumula nella catena alimentare. L'emivita di diclorodifenildicloroetilene (DDE), un metabolita del DDT, è di circa 11 anni. Per questo motivo, un uso agricolo intensivo del DDT dal 1940 al 1970 ha portato a effetti negativi sull'ambiente, compresa la tossicità acuta per gli uccelli. Diversi effetti sulla riproduzione sono stati dimostrati negli uccelli, in particolare l'assottigliamento dei gusci d'uovo in diverse specie. E’ stata proposta un'associazione tra l'esposizione al DDT e un certo numero di possibili conseguenze sulla salute. Fin dalle prime analisi era noto che il DDT si concentrava nel tessuto adiposo e finiva nel latte materno, che gli insetti dannosi sviluppavano resistenza contro l'insetticida, e che specie utili potevano essere uccise dal prodotto.L'uso sconsiderato del DDT poteva perturbare gli equilibri fra le specie viventi con effetti imprevedibili sull’ecosistema. Fra gli esempi più noti sono il cat drop e l'effetto sugli uccelli. Nel 1955 negli stati del Borneo Sabah e Sarawak, il DDT fu spruzzato all'interno delle abitazioni con l’effetto inatteso dell’uccisione, oltre che delle zanzare, di blatte e vespe. Questi insetti intossicarono i gechi, che a loro volta avvelenarono i gatti, uccidendoli, provocando così l’esplosione della popolazione dei ratti con rischio di sviluppo di malattie come la peste e il tifo. L'olmo bianco americano fu colpito da fungo importato accidentalmente dall'Europa nel 1930. Nel 1947 per combattere i coleotteri della corteccia, responsabili del trasferimento dei funghi dalle piante malate a quelle sane fu intrapreso un programma di disinfestazione con DDT. Questo comportò la morte dei pettirossi nelle zone trattate, che erano avvelenati dai lombrichi presenti nel suolo in prossimità delle piante. Anche il declino del falco pellegrino fu imputato all’utilizzo del DDT (ma anche di altri insetticidi appartenenti alla famiglia degli organoclorurati), attraverso un meccanismo di assottigliamento dei gusci delle uova.È stato suggerito che, a causa della sua debole attività estrogenica, l'esposizione al DDT possa essere legata al cancro al seno, ma non c'è una forte evidenza a sostegno di quest’associazione, né vi è alcuna indicazione certa che il DDT abbia effetti negativi sulla salute riproduttiva. A causa della sua natura persistente nel tessuto adiposo umano e dei livelli registrati nel latte materno, gli effetti sullo sviluppo neurologico sono una preoccupazione importante. Un rapporto ha indicato che l'esposizione prenatale al DDT è stata associata con ritardi dello sviluppo neurologico. Precedenti studi che hanno valutato l'effetto dell'esposizione a lungo termine al DDT non hanno trovato una significativa morbilità in eccesso tra addetti all’irrorazione che hanno lavorato in programmi di eradicazione in India e Brasile per 5 o più anni rispetto ai gruppi di controllo abbinati. Studi più recenti hanno inoltre dimostrato che le persone professionalmente esposte al DDT hanno livelli ematici più elevati di DDT e dei suoi metaboliti, ma senza che effetti negativi fossero confermati. Al contrario, un precedente studio ha mostrato che la mortalità materna e infantile è in costante miglioramento nelle aree costiere della Guyana, dove le attività IRS sono state sostenute per oltre 3 decenni, fino a quando la malattia è stata eliminata.Le possibili conseguenze negative di esposizione umana al DDT non possono essere ignorate, anche nell’eventualità che le evidenze scientifiche siano limitate, e meritano certamente ulteriori studi. I rischi per la salute pubblica da distribuzione di DDT o altri insetticidi devono essere attentamente valutati rispetto ai benefici, tenendo presente che in questo caso l’obiettivo è la prevenzione di una malattia endemica e che i dosaggi a cui fare riferimento non sono certamente quelli utilizzati nell’uso agricolo della sostanza.Gli effetti sulla salute e sull'ambiente del DDT quando è utilizzato esclusivamente per l'IRS non sono noti. La tendenza è quella di confrontare l'uso del DDT negli anni 1950 e 1960 con quella di oggi. Durante il periodo di eradicazione, il DDT è stato il principale strumento per combattere la malaria. Circa 40.000 tonnellate di DDT sono state utilizzate annualmente durante il periodo di eradicazione della malaria 1955-1970, pari al 15% della produzione globale di DDT. Il restante 85% del consumo si è avuto per il controllo dei parassiti agricoli e per l’uso domestico. Dopo il periodo di eradicazione della malaria, l'uso del DDT per fini di sanità pubblica era di circa 30.000 tonnellate all'anno negli anni 1978-1982, e particolari effetti negativi sulla salute non sono stati riportati in popolazioni esposte. Tuttavia, la possibile contaminazione del suolo e dell'acqua, gli effetti sulla fauna selvatica e l'ambiente, e l'uso illecito di DDT, soprattutto nel settore agricolo, sono preoccupazioni reali. In India, il DDT è dirottato dall'utilizzo per la salute pubblica all’agricoltura, poiché è stato vietato come pesticida a uso agricolo nel 1996. Nessun regolamento è stato messo in atto dopo questo divieto per assicurare che il DDT fosse usato esclusivamente per il controllo delle malattie vettoriali. I residui di DDT e dei suoi metaboliti nel sangue umano e l'ambiente sono rilevati anche in zone dove IRS non è praticato, suggerendo la diversione del DDT per il suo impiego a fini agricoli. Al contrario, un recente programma IRS con DDT e piretroidi in due città minerarie in Zambia è stato condotto sotto gli auspici del Consiglio per l'ambiente dello Zambia in collaborazione con una società mineraria privata. La sfida è di realizzare tale cooperazione intersettoriale e tra agenzie a livello nazionale e regionale per monitorare l'impatto ambientale del DDT quando sia utilizzato esclusivamente per l'IRS.


Rachel Carson - Silent spring



Silent Spring è un libro pubblicato a puntate nel 1962 da Rachel Carson, una valente biologa marina, in cui si descrive in che modo il DDT viaggi attraverso la catena alimentare aumentando progressivamente la sua concentrazione, accumulandosi nei tessuti grassi degli animali, compresi gli esseri umani, causando potenzialmente il cancro e danni genetici. Una singola applicazione su una coltura, ha scritto la Carson, uccide gli insetti per settimane e mesi, indiscriminatamente, e rimane tossico nell'ambiente, anche dopo che è stato diluito con acqua piovana. La Carson ha concluso che il DDT e altri pesticidi avrebbero irrevocabilmente danneggiato gli uccelli e gli animali e contaminato l'intero approvvigionamento alimentare mondiale. La parte più inquietante del libro è il famoso capitolo "Una Favola per Domani" in cui raffigurava una cittadina americana senza nome resa silenziosa per sempre dagli effetti insidiosi del DDT, che avrebbe zittito ogni forma di vita (pesci, uccelli, bambini).La risposta immediata a Silent Spring fu enorme. Il giorno di pubblicazione del libro, il 27 settembre 1962, la prevendita di Silent Spring fu pari a 40.000 copie. Il libro della Carson ha educato molte persone sui pericoli dell'uso indiscriminato di pesticidi, inducendole a essere informate e a fare pressione per difendere l’ambiente. Il libro scatenò allarme nei lettori in tutta l'America e indignazione da parte dell'industria chimica. "Se l'uomo seguisse fedelmente gli insegnamenti di Miss Carson" si lamentò un dirigente della Cyanamid American Company, "si tornerebbe al Medioevo, e gli insetti e le malattie e i parassiti avrebbero ancora una volta ereditato la terra". Alcuni degli attacchi furono più personali, mettendo in discussione l'integrità della Carson e persino la sua sanità mentale. Nel frattempo, i produttori di pesticidi compirono sforzi per educare il pubblico sui vantaggi e l'importanza dei loro prodotti. Dal novembre 1962, il Manufacturing Chemists Association spedì racconti per i mezzi di informazione volti a dimostrare gli aspetti positivi dei prodotti chimici agricoli.La Carson era comunque una scienziata attenta, e prevedendo la reazione del mondo della chimica aveva preparato per l’uscita di Silent Spring 55 pagine di note, e il manoscritto era stato letto ed approvato da molti esperti. In una conferenza stampa il 29 agosto 1962, un giornalista chiese al Presidente John F. Kennedy se avesse considerato di "chiedere al Ministero dell'Agricoltura o al servizio sanitario pubblico di dare un'occhiata più da vicino […] data la crescente preoccupazione tra gli scienziati" circa i possibili effetti a lungo termine di DDT e altri pesticidi. Kennedy rispose: “Yes, and I know they already are. I think particularly, of course, since Miss Carson's book ". Il presidente Kennedy ordinò alla President's Science Advisory Committee di esaminare le questioni sollevate dal libro e l’uso del DDT fu inizialmente monitorato e infine bandito, con le eccezioni di cui sopra. L’attenzione mediatica fu sviata da quali pesticidi potessero essere pericolosi al fatto che i pesticidi erano tutti pericolosi, e l’onere della prova fu spostato dalla Carson ai giganti della chimica.L'eredità più importante di Silent Spring, però, era la nuova consapevolezza della gente comune che la natura era vulnerabile per l'intervento umano. Rachel Carson aveva fatto propria una convinzione radicale: che, a volte, il progresso tecnologico è così fondamentalmente in contrasto con i processi naturali che esso debba essere ridotto. Le minacce della Carson sulla possibile contaminazione della catena alimentare, dell’induzione del cancro e di alterazioni genetiche, della morte d’intere specie furono troppo spaventose per potere essere ignorate. Per la prima volta, la necessità di regolamentare l'industria al fine di proteggere l'ambiente divenne ampiamente accettata, e nacque il movimento ambientalista.Uno dei libri simbolo del 20° secolo, il messaggio di Silent Spring risuona forte oggi, decenni dopo la sua pubblicazione. Pochi libri sono riusciti a fare di più nel cambiare il mondo.Rachel Carson però non fa mai menzione del fatto che il DDT fosse responsabile della salvezza di milioni di vite umane, forse decine di milioni. Se è vero che il DDT ha ucciso aquile nordamericane per la sua persistenza nell’ambiente, “Silent Spring” sta uccidendo milioni di bambini africani per la sua persistenza nella testa dell’opinione pubblica. Nonostante gli scienziati siano concordi nell’affermare che il DDT possa essere utilizzato in sicurezza, la contrarietà dell’opinione pubblica è tale che il suo uso non è praticato. Poiché il DDT è stato la bandiera della nascita del movimento ambientalista, e siccome la sua messa al bando è considerata come una vittoria del rigore contro il potere economico, il dibattito sul DDT non riparte. L'attuale strategia anti-malaria è un fallimento sottofinanziato che probabilmente uccide 2 milioni o 3 milioni di persone ogni anno.Il DDT non funziona dappertutto. Non è stato quasi efficace nella savana dell'Africa occidentale rispetto all’Africa australe, ed è difficile da applicare in villaggi remoti. E alcuni paesi, come il Vietnam, sono riusciti a frenare la malaria senza DDT. Uno dei modi migliori per proteggere le persone è di spruzzare l'interno di una capanna, circa una volta l’anno, con il DDT. 450.000 persone possono essere protette con lo stesso importo che è stato speso nel 1960 ad un unica piantagione di 1.000 acri di cotone americano. In Sud Africa ha impedito decine di migliaia di casi di malaria e salvato un sacco di vite.Il DDT è stato spruzzato in America nel 1950 e i bambini giocavano nello spray, e fino a 80.000 tonnellate l'anno d’insetticida sono state spruzzate sulle colture americane. Ci sono alcune ricerche che suggeriscono che potrebbe dar luogo a nascite premature, ma gli eventi sono più gravi in corso di infezione malarica che per esposizione al DDT. Le Nazioni Unite e i donatori occidentali incoraggiano l'uso di zanzariere trattate con insetticida e dei farmaci per curare la malaria. Si dibatte sulle zanzariere, che sono e restano un’eccellente misura per la prevenzione della malaria, ma che in molte zone dell’Africa e non solo rappresentano un costo insostenibile. Le zanzariere sono al sesto posto tra i beni desiderati in molte aree rurali africane, dove al terzo posto campeggia umile un secchio di plastica. Le zanzariere non hanno una mera funzione di barriera meccanica, ma sono trattate con insetticidi, e quindi devono essere ritrattate. Questo spesso la popolazione non lo sa.

La malaria infuria




Il DDT è tornato. Nel settembre 2006, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha tenuto una conferenza stampa per promuovere l'uso diffuso del DDT in Africa. Il dottor Arata Kochi, responsabile del programma OMS sulla malaria ha assicurato al mondo che il DDT non è solo l'insetticida più efficace contro la malaria, ma può anche essere utilizzato senza rischi per la salute se usato correttamente ed ha dichiarato che "Ampliare il suo uso è essenziale per rilanciare la campagna internazionale volta a controllare la malattia”. L’uso del DDT negli interni come prevenzione della malaria, secondo quanto si legge sul comunicato Oms, è promosso anche da alcune associazioni ambientaliste americane come la Environmental Defense, il Sierra Club e l’Endangered wildlife trust.L'annuncio dell’OMS ha segnato la fine di una dura campagna condotta da funzionari della sanità pubblica e da esperti in malaria che aveva sostenuto per anni che il DDT fosse un'arma necessaria per la sanità nei paesi poveri tropicali. Gli argomenti sono stati formulati nel 1996 da Amir Attaran del Centro dell'Università di Harvard per lo Sviluppo Internazionale. Dopo che centinaia di medici in tutto il mondo avevano firmato una petizione per chiedere la ripresa di spruzzare DDT, Attaran ha concluso che l’indoor residual spraying con il DDT è " poco costoso, molto efficace... le quantità coinvolte sono minime a differenza di quelle impiegate per gli usi agricoli che iniettano tonnellate di DDT in spazi aperti “. E il DDT non è efficace solo contro i vettori della malaria, ma è altrettanto efficace nel ridurre malattie da artropodi come dengue, febbre gialla, malattia del sonno e tifo. Uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO/OMS) e dell’UNICEF attribuisce l’alta mortalità da malaria in Africa a cure mediche inadeguate, al mancato utilizzo di zanzariere impregnate d’insetticida e all’aumento della resistenza ai farmaci antimalarici correntemente in uso, nello specifico alla resistenza alla clorochina. Per decenni farmaco di prima scelta nella terapia della malaria, la clorochina è oramai inefficace per lo sviluppo di resistenza del parassita malarico. Farmaci di nuova generazione costano da 1 a 3 dollari per trattamento, un costo insostenibile per le famiglie.Ogni anno oltre 500 milioni di persone soffrono a causa di infezione malarica. Stime affidabili contano i morti in circa 1 milione all’anno se non più del doppio. Almeno l’86% di queste morti sono nell’area dell’Africa Sub-Sahariana.A livello globale muoiono circa 3mila bambini al giorno e nella sola Africa 10mila gravide l’anno. Non meno di 6.000 donne soffrono, nel corso della loro prima gravidanza, di anemia causata dalla malaria, vedendo così aumentare le probabilità d’aborto, di parti di feti morti e della nascita di neonati sottopeso.La malaria è una malattia che colpisce soprattutto i poveri, e la cosa peggiore che mai poteva succedere alle nazioni povere è stata la scomparsa della malaria in quelle ricche. Malgrado il DDT non sia più coperto da brevetto (si produce solo in India e in Cina) il bando dai Paesi ricchi ha prodotto un rialzo dei prezzi che ha reso in moltissimi casi impossibile l’acquisto da parte dei Paesi poveri. Esistono inoltre testimoniante illustri di forti pressioni da parte delle lobbies della chimica che vendono insetticidi più costosi, che hanno interesse a volere il bando del DDT, poiché la sua presenza sul mercato interferisce con i loro affari. Negli anni ’80 e ’90 unità ambientaliste hanno acquisito rilevanza sia all’interno delle istituzioni sanitarie che tra finanziatori di progetti sanitari come la Banca Mondiale. Questi “cani da guardia” sono stati indispensabili strumenti per la protezione dell’ambiente, ma qualche volta lo sono stati in modo miope focalizzando la loro attenzione solamente sui rischi e non sui benefici. Riporto un brano che mi ha molto colpita:Walter Vergara, il funzionario della Banca Mondiale che ha guidato l’unità che ha proibito il DDT in Ecuador, ha difeso la sua decisione dicendomi: “Il DDT ha un impatto spaventoso sulla biosfera e sta per essere eliminato dalla comunità mondiale. Ci sono alternative. Noi non siamo l’unica specie sul pianeta”. ‘Silent Spring’ ha dato un chiaro messaggio, ma l’ha dato solo agli americani, che non hanno davanti agli occhi lo spaventoso massacro provocato dalla malaria. Certamente la soluzione migliore sarebbe quella di potere sconfiggere la malaria con insetticidi sicuri che non provocano alcun tipo di danno ambientale. Fino a quando non saranno disponibili altre strategie altrettanto efficaci nel salvare vite umane a un costo sostenibile anche per i poveri e i poverissimi del pianeta, fino a quando non saranno inequivocabilmente dimostrati danni alla salute pubblica derivati dall’uso di DDT come mezzo di lotta vettoriale nella indoor residual spraying, e considerando che la biodiversità non è solo patrimonio delle aquile ma anche degli esseri umani, il messaggio di Silent Spring riguardo al DDT diventa una purtroppo un allarme non provato che nel tentativo di tutelare una parte del pianeta ne uccide una molto ma molto più rilevante.

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